Come già annunciato, dopo anni di ricerche, è in stampa
Alle radici della Toscana contemporanea. Mondi della vita, tempi delle campane. Vita religiosa e società toscane, dalla fine dell'800 agli anni della crisi della mezzadria.
Anticipiamo adesso la
premessa di mons. Alessandro Plotti, a lungo presidente della Conferenza episcopale toscana.
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Premessa
Ho letto con particolare interesse l’opera del prof. Arnaldo Nesti sulle radici della Toscana moderna fra l’Ottocento e il Novecento. È una vera miniera di notizie, di avvenimenti, di personaggi e di situazioni che difficilmente si trovano in altri studi sul tema. Questo libro non ha solo l’intento di descrivere e di narrare tutto ciò che ha contrassegnato la storia della Toscana nei due secoli ultimi, ma dì interpretare, collegare, e giudicare le diverse connotazioni socio-culturali e religiose di questa terra, facendone emergere un quadro sinottico di straordinario spessore culturale e storico. Dice l’autore nell’introduzione: «Una delle peculiarità della Toscana è la varietà dei suoi ambienti economici, sociali e politici. Nel quadro della conservazione di una forte identità regionale, la Toscana presenta molte facce, profondamente radicate nelle sue realtà locali».
Ed è attraverso l’accurata descrizione di queste molteplici facce, in un quadro di grande ampiezza e profondità indagativa, che emerge, in maniera chiara e storicamente inattaccabile, il collegamento tra i diversi fenomeni di sviluppo e di promozione della vita e delle attività di questo popolo, che si è saputo trasformare lentamente, ma anche criticamente, da agricoltore subalterno di un sistema economico e sociale legato al potere di poche famiglie latifondiste, in un popolo che ha saputo riscattarsi dalla povertà e dalla umiliante sottomissione e aprirsi nuovi spazi di libertà e di autodeterminazione. È in questo contesto di passaggio dalla cultura agricola e mezzadrile alla progressiva industrializzazione che hanno preso corpo molte scelte anarcoidi, socialiste e libertarie.
In questo contesto di radicale mutazione di mentalità ne ha pagato le spese anche la Chiesa, troppo legata al potere granducale e fatta di clero fondamentalmente incapace di una lettura “sapienziale” delle nuove spinte sociali e religiose. Questa storia variegata e complessa della crescita della società e della Chiesa in terra toscana trova nell’opera di Nesti una descrizione puntuale e dettagliata, dove man mano si dipana la ingarbugliata matassa della umanizzazione, nel passare in rassegna le situazioni delle diverse Province toscane, dalla Valdelsa al Mugello e la Valle del Chianti, dall’Area aretina alle vicende politiche del pistoiese, da Pisa ai territori più periferici, passando attraverso la sempre più invadente centralità di Firenze con tutti i suoi conflitti e le sue contraddizioni.
Particolarmente interessante, almeno dal mio punto di vista, è la capacità che l’autore manifesta nel descrivere l’intreccio radicato tra il sociale e il religioso, dove va inesorabilmente in crisi quella religiosità ancestrale, fatta di devozioni, di credenze anacronistiche, di scelte morali subite, per far posto ad una emergente divaricazione tra fede e impegno socio-politico, con ampie fasce di apostasia e di ribellione. E’ questo un problema che, anche se con connotazioni alquanto diverse, ci portiamo ancora addosso in certi contesti sociali, dove diventa assai difficile far passare un’idea di Chiesa aperta e solidale con i poveri, capace di nuove aperture culturali e sociali. La missionarietà della parrocchia, oggi rimessa a tema dalla chiesa italiana, in Toscana trova un contesto del tutto diverso da altre regioni d’Italia e va a cozzare con questo retroterra culturale religioso, che non sa fare sintesi tra fede e vita.
Le ipoteche ideologiche, ancora in larga parte presenti nella nostra cultura, rendono assai complicato un dialogo sereno e costruttivo, per promuovere in Toscana una vera sintonia intorno ai grandi e drammatici problemi dello sviluppo economico-sociale e della umanizzazione che l’etica cristiana ha come sua fondamentale caratteristica.
Io credo che questo poderoso volume possa davvero essere l’occasione per un esame più accurato della situazione in cui, specialmente noi vescovi, dobbiamo portare il germe del vangelo. Gli spunti sono numerosissimi e provvidenziali, perché non basta descrivere i fenomeni, ma occorre saperli leggere e interpretare. E questo libro ci aiuta molto a farlo con serenità e vigore.
Devo confessare che ogni pagina è una sorpresa allettante, perché, dentro le vicende e i problemi evidenziati, c’è una passione e un amore a questa fantastica terra toscana, che incanta e convince.
Non mi resta altro che complimentarmi con il Prof. Arnaldo Nesti per questa poderosa e consistente fatica. Si vede, ad ogni pagina del libro, con quanta curiosità e competenza l’autore si cimenta con problemi complessi e variegati, tentando sempre di sottolineare il legame stretto tra il culturale, il sociale, il politico e il religioso, sfaccettature diverse di un unico grande problema: la crescita e la consapevolezza che lo sviluppo della coscienza umana passa attraverso tutte queste diverse angolazioni dell’unica chiave di lettura dei fenomeni di progresso e di promozione del contesto civile della Toscana: l’uomo, il cittadino.
E mi auguro che quest’opera abbia larga diffusione, soprattutto tra coloro che desiderano essere aiutati a capire a accettare meglio la propria collocazione in questo territorio, che ha sempre bisogno di rivivere e rivisitare la sua storia, per essere più attenti e responsabili nel continuare a difendere le tradizioni e la sua storia, non per un moto di nostalgia o di conservazione, ma per continuare a lavorare affinché la Toscana sia una terra dove si vive e si opera per la libertà, per la democrazia e per il mantenimento delle profonde radici religiose ed ecclesiali che ci contraddistinguono ancora oggi.
Alessandro Plotti
Arcivescovo di Pisa e
Presidente della Conferenza Episcopale Toscana